Il colore rosso, l’interruttore che scatena l’ira del toro nell’arena…
Ma il toro, vittima sacrificale di una cultura violenta, vede il rosso?
La risposta è NO.
L’Unesco nel 2013 ha deciso di elevare la Corrida a patrimonio dell’umanità ignorando le proteste di molta parte del popolo spagnolo che certo non si sentiva rappresentato da quella che per me è semplicemente cruda violenza, impari ed infame.
L’occhio dei bovini è camerulare come quello di tutti i vertebrati. Esso è composto da un segmento anteriore, cornea e cristallino che catturano l’immagine e la mettono a fuoco e da un segmento posteriore, la retina che la interpreta.Sulla retina vi sono due categorie di recettori che vengono stimolati dalla luce (fotocettori): coni e bastoncelli.
I coni, siti nella parte centrale della retina (fovea) sono deputati alla percezione dei colori e alla visione distinta e nitida. Ve ne sono di tre tipi, rispettivamente per il rosso, il verde ed il blu.
I bastoncelli, 500 volte più sensibili, intervengono in caso di bassa luminosità, quindi sono utilissimi durante la visone notturna; quanto più sono lunghi, tanto maggiore è la loro sensibilità.
I Ruminanti, a cui appartiene il toro, sono specie predate, che hanno prediletto la percezione immediata di ogni singolo movimento rispetto alla precisione visiva di un falco.
Il toro ha grandi occhi, spostati lateralmente. Ciò gli consente un ampio campo visivo, limitato unicamente da un piccolo cono d’ombra dietro la schiena. Esso può dunque scappare velocemente non appena rileva un’impercettibile modificazione dell’ambiente, che l’occhio umano non sarebbe in grado di percepire.
Il nostro torello non ha coni sensibili alla luce rossa, quindi non vede assolutamente il rosso. Semplicemente, percepisce il movimento del torero e, stremato dalle sofferenza a cui è stato sottoposto prima del “gran finale”, lo attacca, in un disperato tentativo di difendersi…
I tori che ho conosciuto nel corso della mia esperienza erano tutti estremamente miti. Sono animali gentili che vengono torturati, spaventati e snaturati ai fini del “grande spettacolo” incentrato sulla loro cruenta morte.
La corrida è il patrimonio di un’umanità alla quale io scelgo con forza di non appartenere.
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