ADELAJDE, UNA DONNA TENACE ED UNA FANTASTICA CUOCA VEGAN
di Francesca Bacca
Galeotto fu un bellissimo post in merito a degli involtini di verza, una fantastica ricetta che mi spinse a commentare e mi diede l’opportunità di conoscere la gentilezza di Adelajde.
Gentilezza e disponibilità rare che mi stupirono ed incuriosirono.
Parlammo delle rispettive vite e passioni ed ecco che era nata un’amicizia.
Una persona aperta e solare nonostante le peripezie che fin dalla giovanissima età hanno costellato la sua esistenza.
I racconti di Adelajde e della sua infanzia in Albania durante i regimi di Enver Hoxha e Ramiz Alia, sono commoventi e personalmente, molto tristi: siamo quasi coetanee e mi addolora la mancanza di libertà che ha dovuto subire quando per me il problema più grande alla sua età, era cosa mangiare a merenda.
Do direttamente la parola a lei.
In Albania, durante il regime comunista, non si poteva praticare nessuna forma di culto, chiese e moschee erano state trasformate in palazzetti dello sport e altro.
Era molto rischioso sfidare le autorità, ti sbattevano in carcere e buttavano via la chiave se non peggio…
In questo clima molto difficile e teso per gli adulti, ho alcuni dei ricordi più belli:
la Pasqua festeggiata di nascosto, io che aiutavo mio papà a sbattere le uova rigorosamente a mano perché non avevamo certo strumenti elettrici e poi le corse di nascosto per le vie con le teglie del pane all’aglio da far benedire all’unico sacerdote che non poteva praticare a causa del regime.
Per noi bambini era una vera festa, un’emozione, non avevamo la percezione del pericolo che gli adulti correvano nel professare la loro fede.
Tutto era razionato, il pezzo di formaggio era quello e doveva durare una settimana, non potevamo fare dolci o comunque dovevamo stare attenti perché le risorse erano veramente limitate.
Nonostante ciò sono stata molto fortunata, mio papà faceva due lavori e si operava moltissimo per non farci mancare nulla, mia mamma era farmacista, eravamo sereni.
Ci si aiutava molto anche fra parenti ed amici.
Ho dei genitori veramente fantastici, avevamo sempre invitati a pranzo e a cena, la passione per la cucina ha origini da ciò, ho sempre amato avere gente per casa i rumori delle pentole la stufa legna dove scaldavamo il pane o scioglievamo il formaggio.
Già allora per me era molto difficile vedere animali morti:
vivevamo accanto ad un lago e quando mio papà portava a casa le carpe ogni volta gli chiedevo .”ma sei sicuro che sia morta?” quando le puliva e le preparava.
Anche le galline uccise in giardino mi sconvolgevano:
ogni volta piangevo e non mangiavo per giorni.. Per tutti era normalissimo ma per me no, c’era qualcosa che non andava..
Ho sempre avuto animali in casa: si amava il cane e il gatto ma il resto lo si mangiava e questo mi è sempre parso strano nonostante fossi piccolissima.
Le mie amiche sono un altro fantastico ricordo dell’infanzia: eravamo inseparabili, eravamo vicine di casa e avevamo persino tolto delle pietre dai muretti dei giardini per scavalcare e giocare assieme.
Tornavamo a casa tutte sporche e mia mamma doveva lavare tutto a mano, non avevamo la lavatrice.
Eravamo tutte amanti degli animali e quel giardino era il nostro regno, il nostro mondo,
Non avevamo giocattoli, non avevamo nulla, piantavamo cose, ci arrampicavamo sugli alberi.
Questa è stata la mia realtà sino ai 13, 14 anni. Le mie amiche le porto nel cuore perché mi hanno regalato un’infanzia stupenda.
Quando le persone si lamentano dell’adolescenza penso sempre che avrebbero dovuto provare a vivere anche solo parte della mia…
Sono andata via dall’Albania a 14 anni.
Mi hanno tolto dalla mia routine, dalle mie amiche e dalla mia famiglia per colpa di un delinquente che mi ha preso di mira, uno di quei mostri che credono che le donne siano merce, cose di proprietà che ti prendi senza chiedere il permesso.
Arrivato dalle montagne, senza cultura ma con qualche soldo e idee medievali ha iniziato a perseguitarmi.
Il pericolo era grande e quindi la mia famiglia, lottando con tutte le forze per proteggermi da questo mostro, decise di mandare me e mia sorella in Italia da nostro zio.
Come prima tappa andammo a Levico Terme in provincia di Trento.
Ero una ragazzina catapultata in un mondo che non conoscevo, lontana da amicizie e affetti.
Non ho più rivisto mio nonno paterno..
Dopo due mesi siamo state raggiunte da mia mamma, per amor nostro rinunciò al suo lavoro di farmacista ed andammo per un anno a Francoforte da un cugino.
Le peripezie dei documenti, la scuola, la difficoltà del lavoro e della lingua e, dopo un anno grazie ad una cara amica di mia mamma, tornammo in Italia, in Puglia.
Avevo 19 anni e avevo trascorso gli ultimi quattro sballottata a destra e a manca senza un’amicizia fissa, senza una casa che potessi considerare mia perché ci spostavamo sempre.
La burocrazia ci ha distrutti.
Preparandomi da sola superai gli esami scolastici ed ebbi la fortuna di conoscere persone fantastiche che porterò sempre nel mio cuore perché non ci hanno mai fatto sentire straniere, ci hanno accolte a braccia aperte.
Fin dall’infanzia sono sempre stata appassionata di cucina e mi buttavo in mille avventure culinarie: sono stata la prima in famiglia a fare dei biscotti bicolore.
Chiedevo ricette a tutti ed ho sempre cucinato molto e sbagliando tantissimo ma ero brava a fare le cose che poteva fare una ragazzina.
Quando eravamo a Francoforte, con la famiglia divisa e la grande nostalgia di nostro padre, ero io a cucinare.
Trasferitami dalla Puglia a Treviso, per lavoro, conosco quello che sarebbe diventato mio marito, mi trasferisco a Padova dove c’è anche mia sorella che inizia a studiare farmacia.
Che dire se non che abbiamo una fantastica bambina di otto anni!
Ho sempre continuato a cucinare per amici, conoscenti con grande passione.
La svolta vegan arriva da una considerazione fatta da mio marito mentre stavo mangiando un panino con il prosciutto accarezzando Oscar, il mio cane: “ ma come fai ad accarezzare il cane e mangiare il maiale?”
Da quel momento non sono più riuscita ad inghiottire un solo boccone di carne ed ormai sono otto anni che non ne mangio.
Inizialmente non è stato facile, casa nuova, la cucina che avevo sempre sognato ma la difficoltà del non sapere cosa cucinare perché avevo rivoluzionato la mia vita.
Per i primi quattro anni la mia cucina è stata vegetariana ed in modo molto graduale è divenuta vegana.
Si è aperto un mondo.
Mio marito mi è sempre stato accanto spronandomi e supportandomi anche nei miei corsi di cucina con lo chef Martino Beria.
Mi limitavo a fare cena con gli amici sino al lockdown quando mio marito mi ha detto :”prova a fare qualche foto delle tue ricette e pubblicala”.
Ho trasformato la mia pagina instagram in una fucina di esperimenti.
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