FAKE NEWS AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
In questo grave periodo di difficoltà, in cui il Coronavirus sta mettendo a dura prova l’Italia e la mia amata Brescia gli sta tenendo testa, le “fake news”, le notizie false, sono all’ordine del giorno.
Non è difficile il comprendere quanti e quali danni possa fare una notizia errata in un momento in cui la marcata tendenza a credere a tutto ciò che si legge crea terreno fertile per il panico.
Un giornalista è una persona iscritta ad un Ordine professionale; dovrebbe avere determinate competenze e fornire in modo imparziale e professionale notizie di cui ha controllato la veridicità.
Essere in grado di comprendere gli algoritmi di Google, quindi avere le capacità di riuscire ad essere nella prima pagina di ricerca, non fa di certi personaggi dei giornalisti e non conferisce qualità a quanto da loro scritto.
Sconvolge poi realizzare come stupidaggini ben confezionate si diffondano a macchia d’olio rispetto alla verità, spingendo i più ad ascoltare con diffidenza le parole dei professionisti.
L’esempio più calzante ed attuale è la supposta permanenza del Covid-19 sulle superfici per ben nove giorni, come una bestia feroce pronta ad azzannare chiunque si avvicini. Sì, il virus c’è, ma non è attivo! Quindi non è esattamente pronto a reciderci la giugulare!
C’è veramente un eccesso di informazioni e molte di queste sono contrastanti, ben confezionate ed apparentemente scientifiche. Purtroppo non hanno nulla a che fare con la verità.
In questo periodo tragico, in questa pandemia che stiamo vivendo e della quale parleranno i libri di storia, abbiamo il sacrosanto diritto alla verità!
A questo proposito, tempo fa lessi un bellissimo articolo che citava il lavoro di Franca d’Agostini (numero 218 gennaio-aprile della rivista “Biblioteca della libertà”, del Centro di ricerca e documentazione “Luigi Einaudi”) in merito ai diritti aletici.
“Aletheia”, termine greco che significa libertà, ha dato il nome a questi diritti, che sono sei:
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Diritto di essere informato in modo veritiero.
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Diritto di essere nelle condizioni di giudicare e cercare la verità.
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Diritto di essere riconosciuti come fonti affidabili di verità.
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Diritto di disporre di autorità aletiche affidabili, dunque di avere un sistema scientifico i cui criteri di valutazione sono orientati verso la verità.
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Diritto di vivere in una società che favorisca e salvaguardi ove necessario l’acquisizione della verità.
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Diritto di vivere in una cultura (e in una società) in cui è riconosciuta l’importanza della verità.
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